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I motori fuoribordo sono sempre più diffusi grazie alla grande scelta di potenze disponibili, ai costi ridotti e alla praticità portati da questo tipo di motorizzazione, anche su barche di dimensioni notevoli. In questa guida spieghiamo come effettuare la manutenzione del motore fuoribordo - ordinaria e straordinaria - passo per passo, in modo da poter contare su un rapporto sistema-barca efficiente e assicurare prestazioni e longevità di tutti gli elementi che lo compongono.
Negli ultimi anni il motore fuoribordo è diventato la soluzione prediletta per la motorizzazione di barche sempre più grandi: questa tendenza è dovuta all’incremento delle potenze disponibili e ai vantaggi che questa soluzione offre in termini di costo e di praticità. La potenza unitaria dei motori e la possibilità di adottare installazioni multiple permette in molti casi di scegliere questa soluzione propulsiva in alternativa a quelle ritenute in passato le uniche possibili, come l’entrofuoribordo o l’entrobordo.
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I vantaggi derivati dalla scelta dei fuoribordo - anche su barche di dimensioni importanti, come per esempio uno scafo planante di 12 metri - sono legati agli spazi interni dello scafo lasciati liberi dai motori presenti all’esterno, ai costi di acquisto e manutenzione più contenuti, a una spinta più favorevole per ottenere prestazioni elevate, a pesi più contenuti e a manutenzioni straordinarie che non richiedono operazioni particolari per sbarcare i motori. Naturalmente bisognerà rinunciare ad alcuni dei vantaggi relativi alle soluzioni più classiche: con i fuoribordo, la fruibilità della poppa sarà limitata dalla presenza dei motori all’interno della barca, ma lo sviluppo dei moderni scafi permette di abbattere le murate nella zona poppiera creando una superficie sul mare in grado di non far sentire la mancanza degli spazi occupati dal motore.
Dopo aver elencato le ragioni che hanno portato alla diffusione dei motori fuoribordo anche su barche di dimensioni importanti portando il numero di questi motori sul mercato ad essere decisamente più elevato rispetto al passato, è bene fare un’analisi delle fasi manutentive che richiedono per essere sicuri di avere sempre un sistema barca-motore in piena efficienza.
Costi di acquisto e manutenzioni mantenuti, peso ridotto e gli spazi interni dello scafo lasciati liberi dai motori presenti all'esterno sono solo alcuni dei vantaggi della motorizzazione fuoribordo. Foto: carandriver.com
La prima regola dopo aver comprato il motore è quella di leggere con attenzioni il libretto di uso e manutenzione fornito dalla casa produttrice, dove sono riportati tutti gli appuntamenti periodici per le manutenzioni ordinarie, oltre a numerosi consigli per mantenere in efficienza la macchina. Inoltre, bisognerà sempre conoscere le ore di moto che il motore ha al suo attivo; non tutte le barche infatti sono dotate di strumenti in grado di memorizzare questi dati, sebbene le case costruttrici offrano questo dato nella parte elettronica nella maggior parte dei casi.
Per manutenzione ordinaria ci si riferisce non solo a quella prevista dal costruttore del nostro motore a intervalli prefissati, ma anche tutti quegli interventi che andrebbero effettuati a seguito di ogni singola uscita in mare. Si possono riassumere per punti:
Le operazioni di manutenzione ordinaria andrebbero effettuate dopo ogni uscita in barca. Una di queste consiste nel verificare il livello dell'olio e lubrificare le parti mobili.
Seguendo questi semplici passaggi con regolarità - idealmente andrebbero effettuati ad ogni uscita - permetteremo al nostro motore di essere in condizione di svolgere il suo compito fino alla successiva tappa di manutenzione straordinaria, termine che indica tutte quelle operazioni di manutenzione che si andranno ad effettuare per il periodo di rimessaggio e, dunque, non dovute a guasti o eccessiva usura.
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Al termine della stagione estiva molte barche si preparano ad affrontare mesi di fermo all’interno di capannoni, rimessaggi e altri luoghi dove abbiamo la possibilità di custodire la barca quando non la utilizziamo. È proprio in questo periodo che solitamente si effettua la manutenzione straordinaria, vale a dire l’insieme di tutte quelle operazioni effettuate in modo da prevenire gli interventi che prima o poi si renderanno comunque necessari, e che per ragioni di costi è bene ritardare il più possibile.
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Questo periodo di inattività del motore, se non è preceduto da alcune operazioni fondamentali, può rivelarsi particolarmente dannoso; vediamo quali sono gli interventi da eseguire per assicurarsi un funzionamento corretto e duraturo del motore:
La manutenzione straordinaria, che si effettua normalmente durante il periodo di invernaggio, punta a prevenire gli interventi che potrebbero rendersi necessari in futuro e che, per ragioni di costi, è meglio ritardare il più possibile. Foto: magellanostore.it
Seguendo queste indicazioni, a inizio stagione il nostro motore sarà pronto a svolgere la sua funzione, ma è fondamentale rispettare una procedura di verifica che ripercorra tutte le tappe sin qui illustrate prima di affrontare il mare. I manuali di uso e manutenzione dei fuoribordo sono sempre più dettagliati e ricchi d’informazioni, ma sappiamo bene che non tutti hanno il tempo per svolgere le manutenzioni in autonomia, per questo è bene affidarsi a cantieri o strutture dove i tecnici specializzati sanno cosa fare. Dal canto nostro, dobbiamo ricordare di eseguire le piccole operazioni di manutenzione ordinaria ogni volta che rientriamo, ricordandoci di lasciare i motori sollevati per evitare la formazione di limo sull’elica e sul piede, elemento che ospita la presa a mare per il raffreddamento.
Abbiamo sin qui suggerito una sintesi delle operazioni ordinarie e straordinarie da eseguire sui nostri motori fuoribordo, sapendo bene che la maggior parte di noi si limiterà alle attenzioni di fine giornata lasciando ad altri il compito di provvedere alle fasi di invernaggio e preparazione per la stagione successiva. Abbiamo voluto sintetizzare le operazioni che in ogni caso vanno eseguite, perché è bene rendersi conto di quale sia il lavoro del cantiere o del rimessaggio che custodirà la nostra barca e i nostri motori, per il quale chiederà un corrispettivo. Inoltre, sapendo quali sono i controlli da eseguire e le eventuali sostituzioni di componenti che si rendono necessarie a prescindere dalle ore di moto, come per esempio quella della girante del circuito di raffreddamento, prima di riprendere il mare ci assicureremo che tutto sia stato eseguito puntualmente e che non avremo sorprese durante la stagione estiva.
Un elemento ben visibile e che non richiede alcuna competenza specifica per comprendere se necessita di sostituzione è l’anodo, o meglio gli anodi, presenti sui piedi poppieri dei motori per scongiurare l’effetto dannoso delle correnti galvaniche generate con il moto. Questi devono essere in buono stato o altrimenti sostituiti, perché se non sono loro a difendere il motore dalle correnti, a farlo saranno elementi preziosi per il buon funzionamento del motore. Visto il costo modesto di questi elementi sacrificali, è bene tenerli sempre in buono stato, sostituendoli ogni qual volta si riveli necessario.
Gli anodi sacrificali proteggono la barca dalle correnti dannose, hanno un costo modesto e non richiedono alcuna competenza specifica per capire se vanno sostituiti. Foto: aquantica.com
L’obbiettivo di questa sintetica guida alla manutenzione del motore fuoribordo è quello di offrire alcuni piccoli consigli per godere pienamente delle tante potenzialità offerte dai motori fuoribordo, soprattutto in un periodo che vede questa soluzione propulsiva crescere e ritagliarsi continuamente nuove nicchie di mercato. Basti pensare che in questi giorni la Mercury ha appena presentato il nuovo Verado V12 da 600 HP e 7,6 litri di cilindrata, notizia che la dice lunga su come questi motori saranno sempre più presenti anche su barche in passato giudicate troppo grandi per poter essere spinte da un sistema propulsivo fuoribordo.